A prescindere dal mio pregiudizio nei confronti delle politiche della Apple - ed ammettendo che i loro prodotti sono spesso belli e facili da usare (per l'utente medio) - credo che l'iPad, per come è concepito e "comunicato", non sia la rivoluzione che molti, a partire da Jobs, credono.
Secondo me ci sono almeno tre ordini di considerazioni che potrebbero aumentare la potenzialità di mercato dell'iPad:
1. Non è un device per la fruizione di servizi in mobilità - il display AMOLED e le dimensioni pongono fuori questione l'utilizzo outdoor ed un comodo trasporto in tasca. Per tale ragione la proposta di una versione dotata di connettività 3G è un vero e proprio overkill. Sebbene ne esista una versione che ne è priva, si sarebbe potuto puntare maggiormente sul contenimento dei prezzi (o sull'aumento dello storage nelle versioni costose)
2. Non è l'"anello mancante" tra smartphone e notebook - i diversi pareri negativi espressi da molti nei confronti dei netbook, e la relativa scomodità di quei dispositivi per l'esecuzione di molti task quotidiani anche molto semplici, supportano l'idea che il loro transitorio successo sia stato causato dalla possibilità - offerta agli acquirenti - di avere un computer portatile per una cifra irrisoria. Ha perfettamente ragione chi sostiene che il target dell'iPad non sono i milioni di geek ormai convinti seguaci dell'iPhone, quanto madri e padri di famiglia comodamente spaparanzati sul divano. Nello use case che riesco più facilmente ad immaginare l'iPad è collocato sul comodino in prossimità del divano da tv, accanto ai telecomandi. Il marketing, imho, dovrebbe muoversi di conseguenza
3. Non è *solo* un computer. Come aveva capito anche Arrington - founder e CEO di TechCrunch e sfortunato ideatore del CrunchPad - in un setting casalingo un dispositivo tablet leggero e sottile può diventare l'interfaccia per un gran numero di dispositivi domotici in commercio. L'aggiunta di una - anacronistica - porta IR, ed un maggiore investimento nell'ambito della domotica (sia in termini di accordi con gli operatori del settore, sia in termini di interfacce di programmazione e middleware per lo sviluppo semplificato di "moduli di controllo" per i device da connettere alla tavoletta/iTampax)
In due parole, è sicuramente un device ben riuscito - nel solito stile Apple - ma rischia di fare la fine del Macbook Air, relegato in una nicchia da scelte eccessivamente estreme ed opinabili (come la rimozione della porta Ethernet) e dall'inesistenza di un bisogno concreto a supportarne l'acquisto. Tanto più che gli Apple fan si stanno ancora riprendendo dalla mazzata dell'iPhone....(e difficilmente se ne comprerebbero un altro)
venerdì 29 gennaio 2010
Il segreto del suo successo
lunedì 21 dicembre 2009
How to dismantle an adobic bomb
Leggo da più parti, su siti, forum e blog nazionali ed esteri, che una delle cose che frenano l'adozione di GNU/Linux tra i web developers è la mancanza di un software equivalente a Dreamweaver sulla piattaforma del pinguino. Effettivamente DW è davvero un ottimo software, e la potenza della sua interfaccia WYSIWYG ha permesso l'avvicinamento di un mare di persone al web design, senza che queste dovessero confrontarsi con tutte le asperità che le innumerevoli tecnologie per il web possono presentare.
In particolare, però, la feature più cara a chi utilizza DW - feature vistosamente assente in altri software dedicati alla stessa attività - è la gestione dei template e delle library, che permette di costruire elementi comuni a tutte le pagine del sito, e di modificarli senza massicci copia-incolla su decine di file.
Questo post racconta l'esito delle mie disavventure con un progetto di lavoro che, partito come costruzione di un mockup di un portale, è approdato alla dimensione di una vera e propria versione statica di un oggetto altrimenti generato attraverso un CMS - considerando, soprattutto, che per lavoro non faccio il grafico, nè il programmatore web, nè tantomeno il web designer.
Come si può facilmente immaginare, la costruzione di un mockup web di poche pagine dimostrative può essere eseguita con qualunque editor di testi: anche dovendo ripetere porzioni di codice su più pagine, l'overhead dovuto alle modifiche è minimo, per via - perlappunto - della dimensione contenuta. Il disonesto "cambio di scala progressivo" operato dal cliente mi ha messo nell'imbarazzante situazione di dover gestire le modifiche di decine di pagine statiche; dall'imbarazzo si è passati alla palese difficoltà (e ad una conseguente acrimonia), nel momento in cui mi sono state chieste versioni "stagionali" del portale, moltiplicando, di fatto, per 4 lo sforzo necessario.
Alla richiesta di modifiche ai menù della demo statica, mi sono reso conto che l'incarico rischiava di diventare un bagno di lacrime e sangue.
La prospettiva di dover approntare un ambiente Windows-based solo per installarvi DW, peraltro, mi inorridiva.
Attratto dalle sirene dell'Internet, sono stato portato a credere che Quanta+, NVU e Kompozer fossero in grado di risolvere i miei problemi, ma le similitudini tra i due prodotti open e DW si fermavano ad una serie di aiuti nella scrittura del codice (X)HTML, come l'autocompletamento.
Ormai distrutto e disperato mi sono lanciato in una serie di improbabili query su Google; lacrime sono state versate nel constatare l'imminenza della vittoria del duo Microsoft/Adobe.
Fino a scoprire, all'interno del succitato Quanta+, uno script chiamato dwt.pl: sostanzialmente uno script in Perl che, nelle intenzioni del suo creatore, dovrebbe permettere di riprodurre il funzionamento dei template di DW all'interno dell'editor open-source, attraverso l'utilizzo di un markup direttamente derivato dai template in formato .dwt (quelli generati da DW, per intenderci). Feature senza documentazione, abbastanza oscura da necessitare ulteriori ricerche, ma pur sempre feature.
Giubilo ed eccitazione, fino a scoprire in breve che dwt.pl non funziona (perlomeno non la versione inclusa nel programma, nè la spartana interfaccia per gli script offerta da Quanta+). The road had been opened: alla ricerca di una versione funzionante e di qualche howto su dwt.pl, ho avuto la fortuna di imbattermi nelle gloriose parole Template Toolkit, ed il buon senso di approfondire l'argomento.
Template Toolkit è una collezione di script in Perl molto potente per la generazione di documenti di qualunque tipo a partire da template; permette la costruzione di pagine web statiche (attraverso tpage e ttree, script bash che fungono da wrapper per gli script in Perl) e dinamiche (usando scripting CGI). TT è davvero complesso - esiste un libro intero dedicato ad esso, pubblicato da O'Reilly Media - ma, per le esigenze sopra esposte, basta imparare ad utilizzare tpage (tpage [ --define var=value ] header mypage footer > mypage.html ), capire come funziona il markup (che permette anche semplici funzioni condizionali) e seguire alcuni piccoli accorgimenti relativi al naming dei file.
To make a long story short, la riscrittura delle poche pagine del mockup secondo la logica di TT mi ha permesso di risparmiare incalcolabili quantità di tempo, senza dover installare Windows, Wine o Dreamweaver, peraltro aumentando la mia conoscenza del bash scripting, delle regexp, di CSS/XHTML/Javascript e di parecchie buone pratiche del web design.
Niente di troppo user-friendly, ma sicuramente versatile e potente.
Cheers!
pubblicato alle 3:51:00 PM
Tags : linux, template, template toolkit, tips, webdesign
mercoledì 22 luglio 2009
Twitcam, Twitpic e tutti gli altri: Twitter vs. Facebbok?
In pieno spirito Twitter, Twitcam è un'applicazione per fare microbroadcasting video "in tre semplici passi".
IMHO questo sviluppo di Twitter (che comprende, per esempio, Twitpic) mostra un'alternativa al modello proposto da Facebook: dove quest'ultimo è una piattaforma chiusa "su cui" vengono sviluppate applicazioni (in una logica "walled garden"), Twitter sta diventando un ecosistema modulare di applicazioni indipendenti e "immerse" in Internet (in una logica "a plug in"). Più libero e meno controllabile centralmente. Meno monetizzabile? Probabilmente, ma anche Facebook non riesce ancora a trovare un modello di business propriamente detto, pur vedendo aumentare quotidianamente il valore delle sue azioni. Vedremo.
pubblicato alle 10:31:00 AM
Tags : business, business models, economy, social, twitcam, twitter
martedì 14 luglio 2009
Zopa, Tesoro e microcredito
Il Tesoro, su indicazione della Banca d’Italia, ha tolto a Zopa la “licenza” di fare da intermediario
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/economia/zopa-sospesa/zopa-sospesa/zopa-sospesa.html
Oltre a mettere una pietra tombale sulla mia idea di p2p venture capital (le persone dietro Zopa hanno fatto parecchio lobbying presso la Banca d’Italia prima di cominciare e li hanno bloccati, figuriamoci cosa posso fare io) la notizia è abbastanza sconfortante per quanto riguarda l’”innovazione finanziaria” di questo paese.
In tutto il mondo (Giappone capofila) ci si sta muovendo nella direzione di liberalizzare al massimo il microcredito, per permettere la nascita di modelli di business di scala inferiore rispetto al mercato tradizionale del credito.
Secondo me questo fatto non solo avvantaggia la PMI, operando una liberalizzazione concreta dell’intero mercato del credito, ma facilita l’utente/consumatore: per fare un esempio, la mancata introduzione, da noi, dell’osaifu-keitai (il cellulare portafoglio tanto popolare in giappone) è stata causata direttamente dalle riserve iniziali dalla BCE sul tema microcredito.
È come al solito un'opportunità mancata che lascia nelle mani delle Banche e di poste il mercato del piccolo credito, con carte ricaricabili sempre al margine della liceità, e che, nel lungo periodo, ci lascerà (tanto per cambiare) arretrati
pubblicato alle 7:48:00 PM
giovedì 30 aprile 2009
6 tips per l'innovatore
Visto che non posto mai nulla, mi sembra il caso di pubblicare qualcosa dal profilo più "autoriale", approfittando del fatto che i problemi del mio scooter mi fanno camminare parecchio, e, quindi, pensare e leggere di più.
Leggendo, appunto, un vecchio numero (6/2007) dell'edizione italiana della rivista Technology Review del M.I.T., sono incappato in un interessante estratto da Avoid Boring People, autobiografia di James Watson, uno degli scopritori della struttura del DNA.
A prescindere dal contenuto estremamente interessante dell'articolo stesso, fantastica escursione nella genesi della scoperta scientifica, hanno attirato molto la mia attenzione due elementi. Innanzitutto la natura estremamente sociale del progresso scientifico (fatto noto, ma che contrasta l'ideale romantico del genio solitario); poi il riquadro riportato dalla rivista in coda all'articolo, contenente indicazioni per giovani scienziati would-be-genius.
Data per assodata l'idea che vi è una grossa differenza tra le evoluzioni in campo tecnico-scientifico e l'innovazione di massa, che riguarda principalmente cambiamenti nelle abitudini di utilizzo delle persone, di cui il progresso tecnico è condizione necessaria ma non sufficiente, mi pare utile generalizzare a tutto l'ambito dell'innovazione le indicazioni di Watson, se non altro perché vicini alle posizioni degli innovatori più radicali. Sembrano indicazioni generiche, ma forniscono qualche insight
1. Scegli un obiettivo presumibilmente d'avanguardia rispetto al periodo in cui vivi - La messa a punto dei dettagli viene fatta da chi non sarà probabilmente un grande scienziato (questa a mio avviso è la meno "adattabile", almeno in ambito commerciale. L'idea è che la notorietà è di chi ha la idea, poi ci saranno dei professional che la realizzeranno o metteranno a punto. Vero, se avviene all'interno di una sola azienda, o nell'ambito dello sviluppo open-source; mettiamola così)
2. Lavora solo su problemi sui quali ritieni che il successo tangibile possa arrivare in pochi anni - l'indicazione di Watson è "se si ritiene di avere almeno il 30% di possibilità di arrivare a capo entro 2-3 anni di un problema che molti altri considerano non risolvibile nel breve periodo, allora vale la pena di tentare"
3. Non essere mai la punta di diamante del gruppo - Watson: "Nulla può rimpiazzare la compagnia di altri che hanno le conoscenze [e il potere ndr] necessarie a cogliere le falle del nostro ragionamento [...] E pià intelligenti sono coloro che ci circondano, più accurato sarà il nostro lavoro. [...] Molto meglio essere il chimico meno esperto di un super dipartimento di chimica che una star in uno non altrettanto prestigioso" (mi piace molto l'idea. La genesi della conoscenza è eminentemente sociale; la coercizione porta a raffinare le idee)
4. Rimani in stretto contatto con i tuoi competitori intellettuali - "Chi vuole essere l'unico ad affrontare un problema è destinato a rimanere incastrato nelle paludi della scienza. [...] la presenza di concorrenti validi è la garanzia che il premio da vincere è di grande prestigio. Tuttavia, se il lotto dei concorrenti è troppo vasto, sarebbe il caso di iniziare a preoccuparsi. [...] si sta andando alla ricerca di qualcosa di ovvio, non abbastanza in avanti rispetto ai tempi in cui si vive da scoraggiare i più prudenti e i meno creativi [...] Più piccolo il settore, maggiore è il controllo, più alte le possibilità di spuntarla." (molto bello. Trovare una nicchia poco popolata; conosci il tuo nemico)
5. Lavora con un collega di uguali capacità intellettuali - Watson: "I migliori accoppiamenti scientifici sono matrimoni di convenienza in cui si mettono assieme talenti complementari. [...] In generale un gruppo scientifico costituito da più di due unità genera confusione. [...] Nelle collaborazioni a tre risulta più complessa la distinzione dei singoli meriti. Le persone riconoscono naturalmente la natura paritaria delle collaborazioni di coppie di successo, per esempio Rodgers e Hammerstein o Lewis e Clark" (la sua "adattabilità" è dubbia, lo ammetto ... mi sembra interessante la complementarietà dei talenti. Plausibilmente si può affermare che è meglio evitare di coinvolgere in un gruppo di progetto troppi esperti di uno stesso campo, mantenendo attivo un circuito "esterno" per verificare la "tenuta" delle idee formulate - come peraltro indicato dallo stesso Watson in un assaggio non riportato)
6. Cerca di avere sempre qualcuno che ti appoggia nei momenti difficili - "Nel tentativo di anticipare i tempi futuri, inevitabilmente si è destinati a incontrare qualcuno che penserà che vi siete montati la testa. [...] spesso li troverete sulla vostra strada in posizioni importanti per il futuro della vostra vita come [...] Quindi è sempre meglio conoscere qualcuno di importante - a parte i vostri genitori - che sia dalla vostra parte" (il ragionamento mi mette qualche dubbio. Anche ammesso - com credo, peraltro - che gli innovatori non suscitino l'ostilità di cui scrive Watson, però, è vero che il network di conoscenze permette di raggiungere traguardi maggiori - e questo sottoline le potenzialità di social network un po' più seri, come LinkedIn, o i siti di crowdsourcing come BootB o Innocentive)
Se trovate tempo e modo di leggere tutto questo, sono graditi commenti ^_^
pubblicato alle 7:37:00 PM
Tags : delirio, dna, innovazione, mit, scienza, technology review, watson
sabato 21 febbraio 2009
Things had to be that easy
...e mi trovo anch'io a scrivere un bel post sul fenomenale Twitter. Non mi dilungherò troppo nel descrivere cos'è Twitter, anche perché in giro per la rete si trova ormai una gran messe di guide e presentazioni sull'argomento (anche molto interessanti); nè mi dilungherò sul perché ed il percome io adori questo strumento che ancora una volta dimostra che il minimalismo sia un'interessante caratteristica per gli strumenti del Web, dato che lascia agli utenti la caratterizzazione ultima dei servizi che utilizzano.
Voglio solo citare un caso personale che dimostra la potenza di strumenti di social network in mano alle aziende, soprattutto nell'instaurare un rapporto più diretto con la propria clientela: uno scambio di tweet tra me e Atacmobile (ricerca e visualizzazione a cura di Twitter Search)
La vita dovrebbe essere sempre così semplice...
EDIT: Come non detto, non posso apprezzare l'operato di un'azienda, che subito fa qualche grossa boiata
pubblicato alle 4:18:00 PM
Tags : atacmobile, social, twitter
mercoledì 3 dicembre 2008
Economie Natalizie
pubblicato alle 3:02:00 PM 2 commenti
Tags : ecologia, ecosostenibile, luce, nasale, natale, risparmio
domenica 30 novembre 2008
[Basics How-To] How i installed/built ffmpeg with mp3, amr, x264, theora, vorbis, xvid support on Kubuntu Hardy Heron 64-bit
Due to license restrictions the ffmpeg binary/package in K/X/Ubuntu repositories the encoding in restricted formats (such as mp3) is not possible by default. Googling around i found out a lot of different guides for ffmpeg installation, but focusing on one format at a time, or enabling only some of ffmpeg features. Here's a (tested) synthesis of all the guides i found. Credits after the howto.
Be warned that i started from a long-time installation, so some more libraries than stated may need to be installed.
Said this, here we go.
We need to remove the repository package and then to install (or compile) the dependencies needed
First a bit of cleansing
$ sudo apt-get remove ffmpeg
Then some utilities & libraries
$ sudo apt-get install git-core checkinstall build-essential subversion liblame-dev libfaad-dev libfaac-dev libxvidcore4-dev libx264-dev libdts-dev libgsm1-dev libtheora-dev libvorbis-dev libdc1394-13-dev libraw1394-dev
Now we have to create a dir to download the source code for ffmpeg and related dependencies
$ mkdir src
Move inside the newly created dir
$ cd src
Now we have to get all of the needed code through subversion, git and wget
$ svn checkout svn://svn.mplayerhq.hu/ffmpeg/trunk ffmpeg
$ git clone git://git.videolan.org/x264.git
$ wget http://ftp.penguin.cz/pub/users/utx/amr/amrnb-7.0.0.2.tar.bz2
$ wget http://ftp.penguin.cz/pub/users/utx/amr/amrwb-7.0.0.3.tar.bz2
$ wget http://www.tortall.net/projects/yasm/releases/yasm-0.7.2.tar.gz
Untar the tarballs
$ tar -xjvf amrnb-7.0.0.2.tar.bz2
$ tar -xjvf amrwb-7.0.0.3.tar.bz2
$ tar -xzvf yasm-0.7.2.tar.gz
Now some compile&install using checkinstall.
Checkinstall is an application meant to replace the 'make install' final command in the process of software installation, by building and installing a .deb (or .rpm or .tgz) package, thus allowing the tracking of the change made, easing software removal.
The output of the process will be a bunch of installed binary packages, removable through dpkg ($sudo dpkg -r [package_name])
Yasm is a modular assembler that will optimize x264 code for MMX/SSE, thus improving encoding speed. The package in Hardy repository is not-so-up-to-date so let's build it.
$ cd yasm-0.7.2
$ ./configure
$ make
$ sudo checkinstall
$ cd ..
Libamr is the audio encoder/decoder for 3gp format (don't know why, checkinstall isn't successful with these)
$ cd amrnb-7.0.0.2
$ ./configure --prefix=/usr
$ make
$ sudo make install
$ cd ..
$ cd amrwb-7.0.0.3
$ ./configure --prefix=/usr
$ make
$ sudo make install
$ cd ..
From Wikipedia: x264 is a free software library for encoding H.264/MPEG-4 AVC video streams
$ cd x264
$ ./configure --prefix=/usr --enable-shared
$ make
$ sudo checkinstall --pkgname=x264 --pkgversion "1:0.svn`date +%Y%m%d`-0.0ubuntu1"
$ sudo ldconfig
$ cd ..
At last, here we go with ffmpeg km-long configuration line, then the usual make && checkinstall
$ cd ffmpeg
$ ./configure --enable-gpl --enable-swscale --enable-pthreads --enable-libvorbis --enable-libtheora --enable-libvorbis --enable-libgsm --enable-libdc1394 --disable-debug --enable-shared --enable-libmp3lame --enable-libfaad --enable-libfaac --disable-vhook --enable-libxvid --enable-libx264 --enable-postproc --enable-libamr-nb --enable-libamr-wb --enable-avfilter --enable-nonfree --prefix=/usr
$ make
$ sudo checkinstall
And that's it!
Credits to:
http://symbiotix.net/articles/compiling-ffmpeg-mp3-ubuntu-revised-ubuntu-gutsy-server
http://po-ru.com/diary/up-to-date-ffmpeg-on-ubuntu-hardy/
http://ubuntuforums.org/showthread.php?t=491885
http://ubuntuforums.org/showthread.php?t=786095&highlight=libx264
FFMpeg Documentation & http://howto-pages.org/ffmpeg/ for software usage help
Don't forget myself...... ^^
venerdì 21 novembre 2008
OdfConverter [with libtiff4] on Kubuntu Gutsy - Howto
Steps to install odf-converter (software that converts MS OpenXML formats in ODF)
1. Download odf-converter-1.1-7.i586.rpm (for x86_32) or odf-converter-1.1-7.x86_64.rpm (for x86_64)
2. Install alien and rpm --> In a terminal just type $sudo apt-get install rpm alien
3. Move to the folder in which the rpm has been downloaded. Convert the .rpm package to a .deb package --> In a terminal $cd /folder/in/which/is/rpm/ - then - $sudo alien -dv odf-converter-1.1-7.x86_64.rpm (or odf-converter-1.1-7.i586.rpm if on 32-bit hardware)
4. Install the newly built .deb package --> $sudo dpkg -i odf-converter_1.1-8_amd64.deb
5. Copy the binary to the binaries folder --> $sudo cp /usr/lib/ooo-2.0/program/OdfConverter /usr/bin
6. Try running Odfconverter --> $OdfConverter
6.b [to do only if the previous command returned "OdfConverter: error while loading shared libraries: libtiff.so.3: cannot open shared object file: No such file or directory"] Create a symlink named libtiff.so.3 pointing to libtiff.so.4 and update libraries cache --> $sudo ln -s /usr/lib/libtiff.so.4 /usr/lib/libtiff.so.3 && sudo ldconfig
7. Start using software --> OdfConverter /I file.to.convert.docx
Credits:
http://www.oooninja.com/2008/01/convert-openxml-docx-etc-in-linux-using.html
http://linux.derkeiler.com/Mailing-Lists/Ubuntu/2006-04/msg02897.html for the libtiff trick
pubblicato alle 3:04:00 PM 4 commenti
Tags : converter, crap format, docx, odf, office, ooxml, openoffice
venerdì 10 ottobre 2008
Ars iuris
Piccolo pensierino sulla cosiddetta salva-manager: anche ammettendo con fatica la buona fede del governo che si dice inconsapevole, è normale che gli innumerevoli avvocati in attività che occupano scranni in Parlamento prima o poi pensino di utilizzare la loro "onorevolezza" per difendere i loro clienti, è un vero e proprio conflitto di interessi (ma va?)
pubblicato alle 8:09:00 AM 0 commenti
Tags : avvocati, berlusconi, casta, cirio, conflitto, geronzi, parlamento, parmalat, salva-manager, schifo, tanzi
lunedì 22 settembre 2008
Sulla difensiva
Mi sembra quantomeno bizzarro che un'azienda i cui prodotti occupano quote di mercato invidiabili (tra il 75% ed il 95%, a seconda del prodotto), come Microsoft, faccia una campagna pubblicitaria in risposta a quella di un competitor minore com'è Apple (in ambito consumer/soho). È la nuova campagna "I'm a PC" - Video su Youtube.
Sembra quasi un'azione mossa dalla paura, fatta da un player messo all'angolo dall'inferiorità dei propri prodotti, e dalla paranoia, sull'onda lunga della Mojave Experience MS riprova a dare la colpa delle cattive vendite di Vista a campagne pubblicitarie avverse (pur senza nominare apertamente il fallimentare OS, consci della sua cattiva immagine).
Il fatto, poi, che la campagna sia stata realizzata utilizzando prodotti Apple+Adobe, porta a pensare che, mentre "PC" cerca di convicerci del suo non essere un piatto stereotipo, "Mac" è nascosto dietro le quinte a lavorare.
Totale autogol da parte di MS, insomma.
pubblicato alle 1:15:00 PM 2 commenti
Tags : ad, apple, autogol, commercial, mac, microsoft, pubblicità, vista, windows
venerdì 12 settembre 2008
Paranoia digitale
Pensierino paranoico del giorno: e se lasciassero fare ai vari siti di streaming per ridurre l'utenza del p2p in modo da colpire più facilmente quest'ultimo? Sarebbe semplice, poi, fare piazza pulita (per qualche settimana, perlomeno)
....questa è davvero da copirazionista paranoico, lo ammetto.....
pubblicato alle 6:43:00 PM 0 commenti
Tags : complottismo, delirio, paranoie
martedì 2 settembre 2008
Rest in Peace
Il giorno 23 agosto alle 5 del mattino è morta, dopo solo un mese dalla diagnosi di una terribile malattia, Angela Maria Marinelli. Mia madre.
Possa riposare in pace
T_T
pubblicato alle 7:12:00 PM 0 commenti
mercoledì 23 luglio 2008
mercoledì 9 luglio 2008
L'Androide sta arrivando..
Torno a scrivere un post dopo quasi un mese, così da aver perso, probabilmente, l'unico lettore di questo blog -_-
Ammetto di essere un detrattore dell'iPhone, più per ragioni "politiche" che per altro (alla fine è un aggeggio bello e divertente, e, come tutte le cose fatte da Apple negli ultimi anni, ha una personalità); come sa chi mi conosce, sono anche un acceso sostenitore dell'open-source, e perciò l'arrivo imminente di Android mi attira non poco.
Nonostante ciò la carenza di tempo ed energie che mi affligge ultimamente mi aveva tenuto lontano dall'informarmi approfonditamente sulla questione; certo, quel po' che avevo visto non mi aveva convinto per nulla sullo "stato dei lavori", ma sapevo che presto sarebbe emerso qualcosa di goloso.
Ebbene, oggi mi imbatto questo [via /dev/random, via Linuxfeed], ad opera della The Astonishing Tribe (TAT), società svedese specializzata in Interfacce. È letteralmente sconvolgente quel poco che traspare dai video e dagli screenshot, innanzitutto per il fatto che i difetti dei video del CES sono completamente spariti. Interfacce fluidissime, per quanto molto simili, in certi momenti e per certi versi, a quelle del Symbian S60. La visualizzazione delle foto (truly awesome), i popup delle applicazioni, i movimenti di sfondi, menù ed icone, sono tutti incredibilmente belli (in effetti la quantità di eyecandy è davvero notevole), ed appaiono infarciti di piccole e grandi trovate in termini di "usabilità penninica" (ho intravisto un menu circolare al centro dello schermo).
E questo è solo una dell UI che presumo si stiano sviluppando su Android
Nel contesto della competizione con iPhone solo una cosa può giocare a svantaggio di Android, ed è uno dei fattori che hanno decretato il successo di Apple in tempi di PowerPc: l'unicità della piattaforma iPhone, condita dall'estrema sinergia hardware-software "spinta" da Jobs con la forte limitazione alle applicazioni di terze parti, garantisce alla casa di Cupertino un vantaggio notevole in termini di funzionalità generale e fascino del dispositivo. Dove la responsabilità ultima dell'integrazione di Android con i dispositivi fosse lasciata ai produttori, vista la mancanza di expertise di questi ultimi, e vista la risibile integrazione di Windos Mobile con le piattaforme hardware esistenti, il risultato potrebbero essere una serie di accrocchietti carini ma awkward.
Mi chiedo, poi, come funzionerà l'abbinamento tra interfacce/software e produttori. Per dirla in modo semplice e con un esempio: cosa troveranno i fortunati acquirenti di un HTC Dream? Quanto sarà possibile customizzare il software e l'interfaccia? E cosa ci sarà su dispositivi di altri produttori? In fondo dubito che qualcuno possa anche solo pensare di vendere cellulari senza sistema operativo, e dubito ancor più che Google non stia facendo tutto ciò per aggiudicarsi tanti begli accordini con i produttori di Hardware....Staremo a vedere cosa tirerà fuori la grande G.
Non dimentichiamo poi che, a prescindere dall'entusiasmo per il pregevole lavoro della TAT, l'apertura del codice di Symbian, Ubuntu mobile, ed il lancio (imminente?) della Touch UI da parte di Nokia rendono lo scenario competitivo dei sistemi operativi per mobile alquanto variegato ed interessante......e l'avvento delle picoITX mi dice che lo scenrio sta per cambiare ulteriormente...
Di Windows Mobile non ne parlo: ammetto di non averlo usato a fondo, ma da quel che sento, vedo e aiuto con i miei colleghi e capi con HTC non deve essere niente di che...
pubblicato alle 7:02:00 PM 2 commenti
Tags : android, apple, cellulari, dream, google, htc, interfaccia, iphone, linux, microsoft, nokia, telefonino, touch ui, ui
giovedì 12 giugno 2008
STFW!
La mia nuova segnalazione preferita
http://www.zittoecercasugoogle.it/
[thanx to JJFlash via Twitter]
pubblicato alle 3:52:00 PM 0 commenti
mercoledì 4 giugno 2008
Un sogno all'incontrario..
Sembra il sogno all'incontrario di Paolo Rossi. Dopo l'inversione di polarità sull'economia (sinistra liberista - destra statalista), ecco che quel geniaccio di Tremonti se ne esce con la "Robin Hood Tax". Da Vero Cabarettista (come tutti i Berlusconiti, in fondo) qual'è, frega una vecchia battuta cara ai comunisti come la "Tobin Tax" e la spaccia per sua.
Fingendosi originale genio dalla parte del popolo, il grande Giulio gli appiccica il nome del fascinoso eroe che ruba ai ricchi per dare ai poveri (in fondo, a meno di vedere Wikipedia, chi c*$%%o è 'sto Tobin?), e la modifica quel tanto che basta per trasformarla nella solita inc$*%&$a: tassazione dei petrolieri, gli unici capaci di rivalersi in maniera diretta sui consumatori.
Per carità, buone le intenzioni, ma da dove gli è venuta fuori l'idea di proporre qualcosa che nemmeno la sinistra ha mai osato proporre per la netta opposizione di centro e destra?
Ma 'sti politici se li leggono l'un l'altro i disegni di legge o sparano cazzate in totale solitudine?
pubblicato alle 8:56:00 AM 0 commenti
mercoledì 28 maggio 2008
War!
Until the philosophy which hold one race superior
And another
Inferior
Is finally
And permanently
Discredited
And abandoned -
Everywhere is war -
Me say war.
That until there no longer
First class and second class citizens of any nation
Until the colour of a mans skin
Is of no more significance than the colour of his eyes -
Me say war.
That until the basic human rights
Are equally guaranteed to all,
Without regard to race -
Dis a war.
That until that day
The dream of lasting peace,
World citizenship
Rule of international morality
Will remain in but a fleeting illusion to be pursued,
But never attained -
Now everywhere is war - war.
And until the ignoble and unhappy regimes
That hold our brothers in angola,
In mozambique,
South africa
Sub-human bondage
Have been toppled,
Utterly destroyed -
Well, everywhere is war -
Me say war.
War in the east,
War in the west,
War up north,
War down south -
War - war -
Rumours of war.
And until that day,
The african continent
Will not know peace,
We africans will fight - we find it necessary -
And we know we shall win
As we are confident
In the victory
Of good over evil -
Good over evil, yeah!
Good over evil -
Good over evil, yeah!
Good over evil -
Good over evil, yeah!
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lunedì 26 maggio 2008
Web del futuro, cloud computing e ADSL
Giusto due spiccioli su una cosa che mi ronza in testa da un po', e che nel mio piccolissimo ambiente PMI già comincia a dare le prime avvisaglie: c'è chi dice che il futuro dell'informatica sia da cercare nel cloud computing, ovvero nella disponibilità da remoto di servizi (di storage, ma non solo), perlopiù forniti da terze parti, che saranno fruiti da client leggeri sia desktop che mobile.
Per quanto io tenda a contestare questa visione per ciò che riguarda la sua base "commerciale", nel suo basarsi su terze parti per definizione inaffidabili, accolgo in pieno la visione di un computing distribuito, arricchito dalle possiblità della cosiddetta Internet of things, e questo porta alla mia mente una questione chiave come può essere quella delle infrastrutture.
Non conosco i numeri precisi, ma certamente non sbaglio se dico che oggi la grandissima maggioranza delle connessioni a banda larga, fondamentali per il computing distribuito, sono ADSL. L'ADSL è connessione fortemente asimmetrica (non so se per limiti tecnici o per scelta degli operatori): nel mio ufficio, connessione Alice Business, se uno dei computer sulla LAN effettua un backup su un disco di rete, non naviga più nessuno.
Il router è "blindato", quindi non possiamo nemmeno impostare un QoS in locale senza tirare su un server, che avrebbe comunque solo quella funzione, visto che siamo in pochi e, per le nostre esigenze, qualsiasi soluzione di storage ed autenticazione superiore al NAS esistente sarebbe decisamente sovradimensionata; inutile dire che il suddetto router ci NATta tutti, quindi niente server aperto all'esterno per un Apache o per rendere il NAS accessibile dall'esterno (evitando Hamachi).
I miei dubbi sono due:
1. con l'attuale evoluzione del mercato della connettività, a meno di clamorosi cambi di tendenza, la fruizione dei servizi di computing distribuito, è pressocchè impossibile
2. non sarà che, attraverso cellulari e Wi-Max si stia cercando di introdurre una filosofia (un sacco redditizia per le telco) del tipo one-man-one-connection a supporto dei "giardinetti privati" del cloud computing, proprio per evitare il proliferare di server casalinghi con più funzioni di un videoregistratore?
3. prenderà mai piede l'abitudine al mesh networking tramite wireless? (per la cronaca, io speravo parecchio in Netsukuku)
A me sembra una forma moooolto lungimirante di oligpolismo, ma, come al solito, si vedrà...
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Tags : adsl, cloud, cloud computing, computing, distributed, distributed computing, internet, internet-of-things, monopolismo, oligopolismo, telco, wifi, wimax
venerdì 16 maggio 2008
Incoerenza nell'interfaccia: un esempio paradigmatico
Premetto che mi sono innamorato di KDE4: nonostante in un mio post precedente l'abbia bollato come una beta mascherata da final release (il che comunque rimane vero, pur comprendendo che per un prodotto opensource il debug user-driven sia fondamentale), il look&feel generale, la reattività dell'interfaccia (ancora pesantuccia per la mia Mobility Radeon 9600 128MB con gli scrausi fglrx, ma comunque più performante di ogni altro composite abbia mai provato), e, diciamo, le possibilità per il futuro che si intravedono, mi hanno indotto a cambiare idea.
Ci sono un mare di piccoli bug (per esempio l'imprevedibile comportamento del tasto destro) ed incoerenze, una delle quali merita di essere inserita qui perchè infrazione paradigmatica di principi di buon design, presente talvolta anche in blasonati prodotti commerciali.
Una tipica ridondanza nell'interfaccia: nel menù K (diciamo, lo "Start" di XP), diviso in tab, vi è una sezione chiamata logout:
notate le opzioni di chiusura sessione, cambio utente ecc.
Selezionando una qualsiasi delle voci appare questo ulteriore menù che, sorpresa sorpresa, offre le stesse opzioni tra cui scegliere......commovente
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Tags : incoerenza, inconsistenza, interfaccia, interface, ixd, kde4