giovedì 10 gennaio 2008

Comcast vs. Libero

Diciamo sempre peste e corna dell'America e di tutti i suoi mali, ma perlomeno lì ogni tanto le figure di garanzia garantiscono e le aziende pagano: come riportato da Punto Informatico quest'oggi Comcast è sotto indagine da parte della Federal Communication Commission per la palese violazione dei diritti dei consumatori, nonchè della neutralità della rete, costituita dall'eccessiva applicazione di filtri sul traffico P2P. Da noi, in Italia, Libero è da anni accusata dai suoi utenti di applicare le stesse politiche aggressive (di cui peraltro continuo ad essere testimone, trovandomi sempre in affitto in case con linea Libero), bloccando totalmente quel tipo di traffico, peraltro usato da sempre più applicazioni legali (vedi, per esempio, l'updater di World of Warcraft), e rallentando nel contempo la normale navigazione (la connessione a Radio Rai su un secondo computer muore, per fare un esempio), ma nessuna delle nostre varie autorità garanti (immagino lautamente stipendiate) si è mai premurata nemmeno di fare qualche domanda.
Da noi, in Europa, Mr. Sarkozy, tra un toccata di zinne alla Bruni e l'altra, enuncia la sua dottrina in fatto di P2P, e la democraticissima inghilterra decide di andargli subito dietro, forte della mancata tutela della copia privata nella sua legislazione.... Nel frattempo i nostri politici decidono di votare una PDL al cui comma uno bis si fa un favorone alla SIAE (che alcuni addirittura davano per moritura), imponendo un limite qualitativo al tipo di contenuti che la rete può ospitare ("immagini e musiche a bassa risoluzione o degradati, per uso didattico o enciclopedico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro").

Neutralità? Chi è costei?

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