venerdì 29 gennaio 2010

Il segreto del suo successo

A prescindere dal mio pregiudizio nei confronti delle politiche della Apple - ed ammettendo che i loro prodotti sono spesso belli e facili da usare (per l'utente medio) - credo che l'iPad, per come è concepito e "comunicato", non sia la rivoluzione che molti, a partire da Jobs, credono.

Secondo me ci sono almeno tre ordini di considerazioni che potrebbero aumentare la potenzialità di mercato dell'iPad:
1. Non è un device per la fruizione di servizi in mobilità - il display AMOLED e le dimensioni pongono fuori questione l'utilizzo outdoor ed un comodo trasporto in tasca. Per tale ragione la proposta di una versione dotata di connettività 3G è un vero e proprio overkill. Sebbene ne esista una versione che ne è priva, si sarebbe potuto puntare maggiormente sul contenimento dei prezzi (o sull'aumento dello storage nelle versioni costose)
2. Non è l'"anello mancante" tra smartphone e notebook - i diversi pareri negativi espressi da molti nei confronti dei netbook, e la relativa scomodità di quei dispositivi per l'esecuzione di molti task quotidiani anche molto semplici, supportano l'idea che il loro transitorio successo sia stato causato dalla possibilità - offerta agli acquirenti - di avere un computer portatile per una cifra irrisoria. Ha perfettamente ragione chi sostiene che il target dell'iPad non sono i milioni di geek ormai convinti seguaci dell'iPhone, quanto madri e padri di famiglia comodamente spaparanzati sul divano. Nello use case che riesco più facilmente ad immaginare l'iPad è collocato sul comodino in prossimità del divano da tv, accanto ai telecomandi. Il marketing, imho, dovrebbe muoversi di conseguenza
3. Non è *solo* un computer. Come aveva capito anche Arrington - founder e CEO di TechCrunch e sfortunato ideatore del CrunchPad - in un setting casalingo un dispositivo tablet leggero e sottile può diventare l'interfaccia per un gran numero di dispositivi domotici in commercio. L'aggiunta di una - anacronistica - porta IR, ed un maggiore investimento nell'ambito della domotica (sia in termini di accordi con gli operatori del settore, sia in termini di interfacce di programmazione e middleware per lo sviluppo semplificato di "moduli di controllo" per i device da connettere alla tavoletta/iTampax)

In due parole, è sicuramente un device ben riuscito - nel solito stile Apple - ma rischia di fare la fine del Macbook Air, relegato in una nicchia da scelte eccessivamente estreme ed opinabili (come la rimozione della porta Ethernet) e dall'inesistenza di un bisogno concreto a supportarne l'acquisto. Tanto più che gli Apple fan si stanno ancora riprendendo dalla mazzata dell'iPhone....(e difficilmente se ne comprerebbero un altro)